ELENCO DEI SENTIERI NEL PARCO DEL POLLINO CON COORDINATE SATELLITARI

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Nei boschi del monte Coccovello di Trecchina, sotto annosi castagni, è possibile rinvenire una vasta gamma di funghi: dai porcini (Boletus) molto apprezzati per le loro qualità organolettiche, all'ovolo buono (Amanita cesarea), dalla cosiddetta lingua di bue (Fistulina epatica) alla Russula aurea (colombina dorata).

Nei boschi di latifoglie, in particolare in quelli di faggio, cerro e ontano che ricoprono le pendici del Sirino, si trovano numerose e splendide specie di funghi appartenenti ai generi Amanita, Russula, Cortinarius, Clitocybe, Ramaria, Leccinum, Armillaria.

Particolarmente apprezzato da giovane, soprattutto a Maratea, è anche il Laetiporus sulphureus, il cosiddetto fungo del carrubo.

Nelle radure, nei pascoli e nei luoghi incolti di questo territorio, regna sovrano il Pleurotus Eryngii (cardoncello), un fungo dalle caratteristiche organolettiche straordinarie che, da sempre, allieta ed impreziosisce le tavole dei lucani.

 

 

IL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

Il Parco Nazionale del Pollino compreso tra Calabria e Basilicata é il più grande d'Italia (con un'estensione di oltre 190.000 ettari) ed è bagnato dai due mari Ionio e Tirreno.Viene costituito nel 1990 dopo numerosi dibattiti e diverse proposte.Il territorio si compone di tre gruppi montuosi : il Massiccio del Pollino, i monti dell’Orsomarso e il monte Alpi.Il Massiccio del Pollino con le vette più alte del Parco: Serra Dolcedorme (2267 m), Monte Pollino (2248 m), Serra del Prete (2181 m), Serra delle Ciavole (2127 m) e Serra di Crispo (2053 m). Tra questi ultimi due rilievi, a quasi 2000 metri, si apre la Grande Porta del Polino che introduce ai Piani di Pollino, il più famoso e panoramico piano di alta quota il cui perimetro è naturalmente segnato dagli splendidi esemplari di Pino loricato secolari.Dall'alto delle vette si apprezza il panorama unico che permette persino la vista dei litorali, una vista davvero mozzafiato.La ricchezza del parco è costituita dalla sua fauna tra cui ricordiamo il lupo appenninico, il capriolo, il cinghiale, il nibbio reale e l'aquila reale fra i tanti.La flora è rigogliosa e la sua unicità è ben rappresentata dal Pino Loricato (simbolo del Parco) i cui secolari esemplari popolano le vette dei monti conferendo una bellezza senza tempo al paesaggio.Il territorio del Parco è ricco di fiumi e di torrenti tra i quali il più famoso è il Raganello, con l'omonimo canyon che lo accoglie, una vera e propria opera d'arte scolpita dall'azione millenaria della natura: rocce a strabiombo dai colori cangianti che si avvicendano nelle ore della giornata tra la vegetazione cresciuta a grappolo sulle rocce delle pareti delle Gole del Raganello dove la magia dei suoni dei profumi e della vista si intrecciano creando un 'esperienza unica e primordiale.Il territorio del Parco è tanto esteso quanto variegato e affascinante. Non vi sono due alberi uguali o due posti omologhi.Tutto ciò è dovuto alla vastità del territorio ed al numero di comuni che ricadono nel Parco: ben 56.Un angolo di paradiso tutto da scoprire, ricco di natura e cultura, in cui architettura e storia viaggiano in parallelo, la gastronomia è un'attrazione e le tradizioni sono ancora intatte.

 

UNO SPLENDIDO ESEMPLARE DI PINO LORICATO

Carne Podolica

Storia: Razza molto rustica, la Podolica si caratterizza per il forte adattamento ad ambienti difficili e la straordinaria capacità di utilizzare anche risorse alimentari, come stoppe, macchie, pascoli cespugliati, che altrimenti non potrebbero trovare altra destinazione.